Tagliati i fondi all’Assegno unico figli, la questione resta “politicamente” aperta perchè il Partito Democratico, non soddisfatto al pari di Italia Viva, sostiene ancora che si debba provvedere a trovare nuove risorse per finanziare una rivalutazione degli importi in base dell’inflazione.
L’inflazione è all’8% e gli importi dell’Assegno, destinati a sostenere le famiglie con figli, hanno perso il loro potere d’acquisto.
A spiegare la strategia descritta dal deputato PD Stefano Lepri è il quotidiano Avvenire del 6 agosto scorso. L’occasione è la legge di conversione del Decreto Aiuti bis che andrà in discussione in Parlamento dopo la pausa di agosto:
“In particolare, spiega Lepri, chiederemo di intervenire in due direzioni: «Prevedere che la clausola di salvaguardia (il meccanismo per evitare che qualcuno ci perda nel passaggio dai vecchi sussidi all’assegno unico, ndr) arrivi fino ai 40mila di reddito Isee mentre oggi è riconosciuta fino a 25mila. E che ci sia un adeguamento degli importi dell’assegno all’inflazione». Una sorta di “minimo sindacale” in uno scenario in cui i vari provvedimenti contro il carovita messi in campo negli ultimi mesi si sono scordati del peso dei figli sui bilanci domestici, come sottolinea Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari: «I 630 milioni distratti dall’assegno unico sono solo l’ultimo caso di una disattenzione crescente ai carichi familiari durante questa crisi energetica. Anche i vari bonus e sconti fiscali non tengono conto dei figli a carico, al punto che hanno beneficiato degli aiuti persone single con bollette basse, mentre i nuclei familiari con consumi più alti hanno pagato il dovuto. Dal varo dell’assegno – commenta De Palo – è come se la politica avesse pensato di aver assolto a tutti i propri doveri verso famiglie e figli»”.
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