Rinnovo contratto scuola, sono in corso i negoziati ma nemmeno la riunione tra i sindacati tenutasi all’ARAN lo scorso 18 ottobre è servita a trovare un accordo.
Eppure i lavoratori interessati da tale trattativa sono circa 1,23 milioni, quasi il 40% dell’intera pubblica amministrazione. Si è parlato di ferie, malattie, congedi e permessi, hanno fatto sapere i sindacati, ma nulla di fatto.
A spiegare cos’è che rallenta la contrattazione è Il Sole 24 Ore nell’edizione in edicola ieri:
“In realtà più che all’ARAN la vera partita si gioca ora al Mef, chiamato a decidere sulla richiesta girata dal ministero dell’Istruzione di destinare al contratto anche i 300 milioni che l’ultima legge di bilancio dedica alla valorizzazione degli insegnanti più attivi sul terreno della continuità didattica e della lotta alla dispersione scolastica. I sindacati giudicano quelle risorse indispensabili per arrivare a un’intesa, ma l’ok del Mef non è ancora arrivato. E a questo punto, anche con un’accelerazione nelle prossime settimane, arrivare alla firma finale e all’entrata in vigore del contratto entro la fine dell’anno è materialmente impossibile.”
Questo possibile slittamento al 2023, oltre che fastidioso per i diretti interessati in attesa di rinnovo ormai dal 2019, provoca un problema anche nei conti pubblici: nel 2022 infatti ci sarebbero ampi margini di manovra, mentre per il prossimo anno questi sono già ristretti.