Reddito di Cittadinanza, è oramai chiaro il quadro degli interventi che il Governo intende mettere in campo limitando il sussidio agli occupabili per soli 8 mesi nel 2023, per poi procedere alla abrogazione nel 2024. Nulla si dice invece rispetto al futuro degli occupabili, persone tra i 18 e i 59 anni che hanno i requisiti per lavorare, ed in particolare il loro futuro nel mercato del lavoro.
La bozza della Manovra di Bilancio parla di circa 660 mila persone che saranno inserite in percorsi di formazione nel 2023, ma basterà?
Il quotidiano il manifesto alcuni giorni fa lo ha chiesto a Chiara Saraceno, Sociologa, esperta di misure assistenziali che ha collaborato col precedente Ministro del Lavoro.
“I numeri sono ballerini – sottolinea la Saraceno – . Questi sono i beneficiari del «reddito» che hanno firmato il «patto per il lavoro» e avrebbero dovuto essere chiamati dai centri per l’impiego. Se guardiamo i dati Inps, e a quelli dell’Anpal, scopriamo che esiste una larghissima maggioranza persone con qualifiche molto basse, hanno la terza media, talvolta nemmeno quella. Ci sono giovani, e meno giovani. Sono molto lontani dal mercato del lavoro, hanno storie di lavoro irregolare. Il passaggio dall’essere occupabile a occupato non è automatico. Non è togliendogli il «reddito» che troveranno un lavoro né ciò consentirà di mantenere una famiglia. Questo non significa non fare niente, ma molto di più. Ma ci vogliono tempo e investimenti. E nel frattempo queste persone devono mangiare”.
