Dal 2024 il Reddito di Cittadinanza verrà abrogato, ma quei percettori a cui scade il RdC nel corso del 2023 lo potranno rinnovare?
Per adesso, le certezze in merito al Reddito di Cittadinanza sono 2:
- nel 2023 gli ’occupabili’ tra i 18 e i 59 anni lo potranno prendere nel limite massimo di 8 mensilità, mentre i nuclei familiari fragili “non cambiera nulla”, come chiarito dalla Ministra del Lavoro Calderone;
- dal 1° gennaio 2024 sarà abrogato per tutti gli occupabili: conserveranno il diritto a percepire il sussidio solo i nuclei familiari fragili.
Come sappiamo, ad oggi il godimento del Reddito di Cittadinanza dura 18 mesi, al termine dei quali occorre far passare un mese di sospensione per poter avere poi il rinnovo. Ma si potrà rinnovare il Reddito di Cittadinanza nel 2023? Vediamo cosa dice al riguardo la Manovra approvata in Consiglio dei Ministri presieduto dalla premier Giorgia Meloni.
Reddito di Cittadinanza, rinnovo possibile nel 2023?
Reddito di Cittadinanza, si potrà rinnovare nel corso del 2023? Ancora non sono chiare le modalità applicative della normativa, specie per i soggetti ’occupabili’, ma considerando i 2 assunti prima detti le ipotesi di lettura sul rinnovo del Reddito di Cittadinanza (e per rispondere a questa domanda) sono 2:
1. Un’interpretazione più restrittiva è quella che sembra vietare in assoluto la possibilità di rinnovo per chi termina il sussidio nel 2023.
Considerando, infatti, che dal 1° gennaio 2024 il sussidio sarà abrogato e che il testo della Manovra ha previsto l’erogazione nel 2023 per 8 mensilità intese come termine ”massimo” e non come diritto, è possibile che chi termina il RdC durante il 2023 non possa in alcun modo avere il rinnovo.
2. Un’interpretazione più estensiva invece apre la via del rinnovo del RdC per quei percettori ai quali il sussidio scade nel corso del 2023. Fermo restando il limite ”massimo” di godimento di 8 mensilità previsto dalla Manovra approvata dal Governo. Insomma in questo caso il rinnovo sarebbe ammesso ma per un numero di mensilità fino ad arrivare alle 8.
Al momento appare difficile dire qual è la linea interpretativa che prevarrà. Tuttavia, va ricordato che – ad oggi – nulla è ancora deciso: quello approvato in Consiglio dei Ministri è solo un disegno di legge che dovrà passare al vaglio sia della Camera che del Senato. Non è escluso quindi che nel corso dell’iter parlamentare il DDL possa subire delle modifiche e che possano emergere delle novità.