HomeEvidenzaEx Percettori RdC, Ministero disposto a discutere modifiche

Ex Percettori RdC, Ministero disposto a discutere modifiche

Ex Percettori del Reddito di Cittadinanza, durante un incontro avuto il 20 settembre scorso tra i manifestanti provenienti soprattutto da Napoli e il Ministero del Lavoro è stata ribadita la volontà di trovare soluzioni per il loro reinserimento lavorativo.

Le istituzioni governative sembrano disposte ad attivarsi per non lasciare soli gli ex percettori RdC, considerando che molti non potranno accedere neppure all’indennità da 350 euro del Supporto Formazione e Lavoro per il nuovo limite ISEE a 6.000 euro.

Ex Percettori RdC, Ministero apre a modifiche

Mercoledì scorso nel centro di Roma hanno sfilato centinaia di manifestanti, ex percettori del sussidio ma anche semplici disoccupati, che chiedono un lavoro e non il Reddito di Cittadinanza.

Durante la manifestazione non sono mancati momenti di tensione in piazza Santi Apostoli, quando hanno tentato di sfilare in corteo e sono stati contenuti dalle forze di polizia schierate in assetto antisommossa.

“Serve che il governo si impegni in una modifica normativa che ci consenta di accedere a lavoro stabile e non precario dopo i corsi di formazione fatti attraverso la piattaforma – dice una manifestante – La piattaforma crea solo un’enorme massa di lavoratori ultra sfruttati e ultra precari. Noi non ci stiamo a questi giochi, vogliamo che i posti di lavoro siano stabili e determinati”.

Al centro della protesta la nuova Piattaforma SIISL, poco apprezzata dagli ex percettori e disoccupati, che mettono fortemente in discussione la qualità dei corsi e dei lavori offerti. A seguire la disponibilità ad un dialogo con rappresentanti del Ministero del Lavoro.

“Il Ministero – ha annunciato col megafono il leader del Movimento dei Disoccupati – ha ribadito la volontà completa a discutere del reinserimento occupazionale rispetto al percorso formativo (…) valorizzando la formazione e gli stage e tirocini che stiamo facendo. Questo deve tradursi immediatamente in un tavolo tra il Ministero degli interni, Ministero del Lavoro, Città metropolitana, Comune di Napoli e Prefettura di Napoli”.

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