HomeEvidenzaAssegno di Inclusione, da gennaio 740.000 ex percettori RdC sul SIISL

Assegno di Inclusione, da gennaio 740.000 ex percettori RdC sul SIISL

Assegno di Inclusione da 500 euro, da gennaio gli attuali percettori del Reddito di Cittadinanza che potranno richiederlo saranno circa 740 mila.

Si tratta di tutte quelle famiglie che al momento stanno ancora fruendo del RdC perché al loro interno contano membri non occupabili, ossia disabili, over 60, minorenni o presi in carico dai servizi sociali.

Assegno Inclusione, domanda da gennaio

Per i nuclei familiari con componenti ritenuti non occupabili la Legge di Bilancio 2023 ha concesso la percezione del sussidio per tutto l’anno. A differenza delle famiglie formate da soli soggetti tra i 18 e i 59 anni occupabili fin da subito, che invece hanno dovuto rinunciare a RdC dopo 7 mensilità riscosse.

Per questi ultimi il Governo ha pensato al Supporto per la Formazione e il Lavoro da 350 euro mensili, da erogare mentre il soggetto frequenta un corso di formazione (ma non per più di 12 mesi). Le famiglie in cui ci sono minorenni, disabili, ultra 60enni o persone prese in carico dai servizi sociali potranno invece beneficiare del RdC ancora per un paio di mesi: per loro l’ultima ricarica ci sarà a dicembre. Dopodiché potranno fare affidamento sull’Assegno di Inclusione da 500 euro mensili.

L’Assegno di Inclusione parte da gennaio e coinvolgerà quasi 740 mila famiglie. Secondo quanto riportato da Il Tempo.it, dalle primissime stime dell’INPS emerge che delle 737.400 famiglie interessate:

  • 348.100 hanno al proprio interno un minore;
  • 215.800 contano una persona disabile;
  • 341.700 presentano un over 60.

Tutte queste famiglie da gennaio potranno accedere alla nuova piattaforma SIISL per richiedere l’Assegno d’Inclusione (lo stesso portale attraverso il quale si può già fare domanda di SFL). Sulla piattaforma gli utenti potranno trovare sia offerte di lavoro sia corsi di formazione per implementare le loro skills in base agli impieghi più ricercati.

Corsi che nel tempo potranno diventare sempre più efficaci, come spiega il direttore generale dell’INPS Vincenzo Caridi:

«Potrà essere misurata l’efficacia formativa di ogni singolo intervento: numeri alla mano, le risorse pubbliche potranno essere gradualmente destinate solo ai corsi che nel tempo hanno dimostrato di aver portato effettivamente all’inserimento lavorativo. Un cambio di paradigma dirompente».

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