HomeCronaca sindacaleVigili del Fuoco, l'aumento del 5,8% non basta

Vigili del Fuoco, l’aumento del 5,8% non basta

Vigili del Fuoco, le risorse messe a disposizione dal Governo per il rinnovo del contratto non sono assolutamente sufficienti e a malapena riescono a garantire l’adeguamento delle retribuzioni all’inflazione.

Dopo il primo incontro che dà avvio alla trattiva, tenutosi lo scorso 15 luglio a Palazzo Vidoni, Fp CGIL fa subito sentire la sua voce.

Rinnovo contratto Vigili del Fuoco: soddisfatto il Governo

Le risorse stanziate dalla Legge di Bilancio 2024 per garantire l’adeguamento di stipendio ai quasi 40 mila Vigili del Fuoco presenti nel nostro Paese ammontano a 8 miliardi di euro. A regime, l’aumento vale circa il 5,8%.

Un cifra importante a detta dei ministri, che dimostra quanto il Governo abbia a cuore il buon operato dei Vigili del Fuoco. “L’avvio delle negoziazioni conferma la grade attenzione riservata dal Governo al personale del Corpo Nazionale, testimoniata anche dall’entità delle risorse stanziate – dichiara la sottosegretario Albano al termine dell’incontro al quale ha presenziato -. Il Governo intende così garantire un riconoscimento retributivo per fornire risposte concrete all’impegno e alla professionalità con cui ogni giorno i vigili del fuoco prestano il proprio servizio verso lo Stato.”

Proseguiremo lungo la strada già intrapresa per una piena valorizzazione del Corpo, attraverso interventi che non si limiteranno al potenziamento della dotazione organica, ma riguarderanno anche la tutela e la formazione degli operatori” ha concluso il Ministro dell’Interno Piantedosi.

La risposta dei sindacati

Parole che da sole non soddisfano certamente i sindacati dei Vigili del Fuoco. “Nelle parole dei ministri si parla di attenzione particolare riservata dal governo al personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ma saranno i prospetti con le cifre che ci saranno fornite in un prossimo incontro a dimostrare e confermare quanto ormai sosteniamo: le risorse messe a disposizione sono assolutamente insufficienti a garantire la difesa del potere d’acquisto a fronte di un’inflazione complessivamente registrata nel triennio superiore al 17 per cento mentre le risorse disponibili sono stimate nel 5,8 per cento” scrive Fp CGIL in una nota.

Secondo il sindacato non si può fare un paragone tra le risorse messe a disposizione per il triennio 2019-2021 e quelle del triennio 2022-2024, visto il rialzo dell’inflazione. Le cifre non sono troppo distanti, ma ad oggi, per esempio, non ci sono le risorse per erogare una sorta di una tantum per i due anni precedenti all’ultimo di vigenza contrattuale, inserita invece nel contratto precedente.

Anzi, se non venissero stanziati ulteriori fondi, tutti quelli a disposizione attualmente dovranno essere incanalati verso gli aumenti di stipendio e il loro adeguamento all’inflazione.

Infine, rimangono aperti interrogativi anche per quanto riguarda:

Insomma, la volontà dei sindacati è chiara: ottenere più risposte e soprattutto maggiori risorse nella prossima Legge di Bilancio. Vedremo che strada prenderà la trattativa nel corso degli incontri futuri.

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