Mentre si avvicina il 2022, anno in cui si avvierà il sistema dello scalone e terminerà la sperimentazione triennale di Quota 100, il Governo pensa ad introdurre un sistema che renda più ”morbido”, e dunque più agevole, il passaggio verso la pensione previsto con l’età anagrafica di 67 anni. E’ per questo che a settembre sono in calendario una serie di incontri Ministero del Lavoro – sindacati per tentare di avviare insieme un percorso di riforma condiviso.
A dare spazio al tema è Il Sole 24 Ore in Edicola oggi, sul quale si anticipano i punti essenziali della nuova riforma sull’uscita anticipata da lavoro che prevede:
“l’introduzione di un meccanismo flessibile per consentire le uscite a partire da 62, o 63, anni di età anagrafica e un’anzianità contributiva minima di 38 anni, o forse anche 36, prevedendo una penalizzazione, con l’aggancio pieno al sistema contributivo puro, sotto forma di riduzione del trattamento del 2,8-3% per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia del pensionamento di vecchiaia (67 anni)”.
Dunque la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo (in foto) starebbe pensando di sottoporre al sindacato un sistema che favorisca l’avvio anticipato del trattamento pensionistico (62 o 63 anni) però legato ad una sua riduzione, riduzione che si farebbe più ”gravosa” quanto più ci si allontana ai 67 anni.