L’Assegno unico e universale per figli “vedrà la luce” nel 2021.
Al momento con la Legge di Bilancio il Governo ha previsto lo stanziamento finanziario necessario per avviare la misura dal 1° luglio 2021, mentre sono ancora in corso i lavori parlamentari che dovranno portare all’approvazione del disegno di legge delega 1892/2020, che finora ha avuto solo l’ok dalla Camera, ma manca il via libera definitivo del Senato,
Dopo l’approvazione della legge delega spetterà al Governo emanare il Decreto legislativo che introdurrà la misura a tutti gli effetti.
A seguito delle dimissioni della Ministra della Famigli Elena Bonetti, esponente di Italia Viva, nell’ambito della crisi di Governo innescata da Matteo Renzi, e il ritorno della delega ministeriale nelle mani del Premier Giuseppe Conte non è da escludersi che il percorso legislativo potrà subire un rallentamento se non addirittura una battuta di arresto, qualora si andasse ad elezioni anticipate.
Fino a che questa fase di crisi di Governo non si sarà conclusa non sapremo quale direzione prenderà la misura. Pertanto, al momento non possiamo che osservare la situazione sulla base dell’unica certezza che abbiamo: la Legge di Bilancio che stanzia le 3 miliardi di euro per il 2021 per l’avvio dell’Assegno unico a partire dal 1° luglio prossimo.
Ma anche su questo c’è qualcosa da dire e lo rimettiamo ad un’analisi dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani diretto dal prof. Carlo Cottarelli, nella quale si mette bene in luce che obiettivo dell’“Assegno unico”, è in realtà quello di unificare e potenziare i contributi già esistenti a sostegno delle famiglie con figli a carico.
Secondo la nota del 22 gennaio 2020 redatta da Raffaela Palomba dell’OCPI l’assegno unico – che dovrebbe aggirarsi intorno ai 200/250 per figlio da riparametrare in base dall’ISEE – andrebbe in realtà a sostituire sei misure di sostegno a favore della famiglia e della genitorialità.
In particolare dovrebbero essere eliminati:
1) l’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori. Tale misura, introdotta nel 1999, prevede l’assegnazione di un importo mensile alle famiglie con tre figli minori di 18 anni a carico. Nel 2020 la misura massima di tale assegno era di 145,14 euro mensili per 13 mensilità, spettante alle famiglie con ISEE inferiore a 8.788,99 euro (per 5 componenti);
2) assegno di natalità, introdotto dalla legge di stabilità 2015, riconosciuto per ogni figlio adottato o nato entro l’anno considerato e corrisposto fino al primo anno di età o fino al primo anno di adozione. Il contributo previsto è scaglionato per fasce di reddito; nel 2020 era pari a 1.920 euro annui per famiglie con ISEE non superiore a 7.000 euro, a 1.440 euro per un valore dell’ISEE superiore a 7.000 ma inferiore a 40.000 e a 960 euro per le famiglie con ISEE superiore a 40.000. A partire dal 2019, inoltre, per i figli successivi al primo l’importo viene aumentato del 20 per cento;
3) premio alla nascita o all’adozione, introdotto con legge di stabilità 2017. La misura consiste in un contributo una tantum per un importo pari a 800 euro, erogato in unica soluzione e spettante al compimento del settimo mese di gravidanza o all’atto dell’adozione;
4) fondo di sostegno alla natalità, istituito con legge di bilancio 2017 con dotazione di 13 milioni per il 2020 e 6 milioni a decorrere dal 2021. Il fondo è diretto a favorire l’accesso al credito alle famiglie con uno o più figli fino a tre anni (o fino a tre anni di adozione) tramite il rilascio di garanzie a banche e intermediari;
5) detrazioni IRPEF per figli a carico, che spettano in misura inversamente proporzionale al proprio reddito e si annullano per redditi pari o superiori a 9.000 euro;
6) assegno per il nucleo familiare (ANF), introdotto nel 1988 e spettante per un importo che dipende dal reddito e dal numero dei componenti del nucleo.
Le misure di sostegno che dovrebbero invece essere escluse sono: bonus asili nido, congedi parentali e relative indennità, la Carta famiglia (avviata nel 2020) e il Fondo politiche per la famiglia (le cui risorse vengono utilizzate sia a livello centrale sia a livello locale).