La situazione occupazionale e del lavoro stabile è molto preoccupante. Lo mette in luce un comunicato stampa della segretaria Nazionale UIL Ivana Veronese che parte da una valutazione degli ultimi dati disponibili sull’andamento della cassa integrazione, Naspi, contratti a tempo determinato e tempo indeterminato, per arrivare a ribadire – con più forza – la posizione sindacale sul blocco dei licenziamenti.
Sulla cig i dati superano i record storici. Nel mese di marzo è tornata a “crescere in maniera prepotente la domanda di cassa integrazione covid, con cui si arriva in 1 anno (da aprile 2020 a marzo 2021) a sforare 5 miliardi di ore autorizzate”.
“Non è migliore la situazione sul versante delle attivazioni dei rapporti di lavoro – continua il comunicato – , dove nel mese di gennaio di quest’anno assistiamo ad una flessione tendenziale di tutte le tipologie di assunzione, con la maggiore caduta del contratto a chiamata (-53%) e a tempo indeterminato (-38%). Anche le trasformazioni da contratti temporanei a stabili subiscono un forte contraccolpo (-36,2%)”.
Si registra inoltre un aumento tendenziale del 3% dei beneficiari di Naspi, per coloro che hanno perso il lavoro durante il 2020. Dato certamente non preoccupante ma solo per “effetto del blocco licenziamenti”, sottolinea la Uil.
“Siamo ancora in acque agitate” continua il comunicato ecco perchè va fatto un ulteriore intervento per evitare i licenziamenti anche dei lavoratori a tempo indeterminato a partire dal 1° luglio. Pertanto, conclude Veronese, “il prolungamento del blocco dei licenziamenti diventa non solo un dovere di un Governo responsabile, ma anche una doverosa e quantomai necessaria misura di contrasto alla inevitabile debacle occupazionale che dal 1° luglio potrebbe verificarsi. Accanto a questa misura andrebbe resa obbligatoria la fruizione delle ulteriori settimane di cassa integrazione prima di avviare procedure di flessibilità in uscita”.
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