E’ successo in Sicilia ed esattamente in provincia di Catania, a Mineo, dove 34 persone sono state denunciate da carabinieri di Mineo per avere incassato dal Comune, senza averne diritto, i ‘Buoni spesa’ Covid previsti dai vari provvedimenti governativi per sostenere le famiglie in difficoltà sin da marzo dell’anno scorso.
Secondo quanto si apprende da una news di Ansa.it “il reato ipotizzato nei confronti di 18 uomini e 16 donne, di età compresa tra i 28 ed i 61 anni, è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”
Più nello specifico queste famiglie hanno falsato i requisiti reddituali pur di accedere al beneficio, che è destinato a chi versa in reali condizioni di indigenza secondo regole stabilite da comune a comune ma che nel complesso sono risultate essere omogenee in tutta Italia.
I carabinieri del paese di Mineo (CT) inoltre hanno scoperto che i 34 indagati “erano già destinatari, a vario titolo, di alcuni sussidi pubblici come il reddito di cittadinanza, la Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego” (Naspi) e il Reddito di emergenza (Rem)“. Tutti sussidi che avrebbero dovuto dichiarare di percepire all’atto di presentazione della domanda al comune (i moduli da firmare lo prevedono espressamente).
Tra i beneficiari – riporta Ansa – anche una 45enne che ha ricevuto 210 euro a titolo di Buono Spesa ma non ha dichiarato 700 euro già incassati col Rem e un 27enne che ha percepito 560 euro di Buono Spesa nonostante usufruisse del Reddito di cittadinanza (per 960 euro) e senza segnalare quanto percepito anche dalla sua compagna convivente (2.860 euro da Rem e l’assegno nucleo familiare e di maternità dei comuni).
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