Nella giornata del 21 luglio si è tenuto l’incontro annuale della Divisione Aerostrutture di Leonardo alla presenza delle Direzioni Corporate e di Divisione con il Coordinamento nazionale FIM-FIOM-UILM.
Il Responsabile della Divisione Aerostrutture ha aperto la riunione facendo un quadro generale rispetto alle proiezioni ipotizzate dagli analisti sui futuri volumi industriali nel settore del trasporto aereo (civile e militare), evidenziando come la ripresa per il segmento civile non vedrà una ripresa dei volumi pre Covid prima del 2025.
La quota di mercato di Leonardo nell’ambito delle Aerostrutture rappresenta il 5% del mercato mondiale, quasi totalmente come fornitore dei 2 grandi Player mondiali (Airbus e Boeing). La crisi dei voli ancora in atto a fronte del perdurare della fase emergenziale legata alla pandemia, ha determinato a consuntivo per l’anno 2020 risultati negativi nella Divisione Aerostrutture rispetto agli ordini (-38%) e sui ricavi (-27%), i quali incidono pesantemente sui restanti indicatori economici.
In relazione a questo quadro l’anno 2022 vedrà una leggerissima ripresa dei volumi in tutti i siti, escluso lo stabilimento di Pomigliano che subirà un ulteriore calo dovuto alla riduzione dei carichi sul programma ATR, ma comunque non in grado di azzerare i vuoto lavoro presenti nel 2020 e nel 2021. L’anno in corso vedrà una riduzione delle ore lavorative rispetto all’anno 2019 prima della pandemia, del 70% su Grottaglie, del 33% su Foggia, del 47% su Pomigliano e del 35% su Nola. La riduzione delle attività non riguarderà in maniera omogenea tutti i programmi: quelli maggiormente impattati sono ATR e B-787, mentre saranno in crescita quelli legati ad Airbus A-321 e A-320, e una sostanziale stabilità per il programma B-767.
In buona sostanza il 2022 e il 2023 saranno ancora anni con dissaturazioni su tutti i siti, seppur con un vuoto lavoro differente, e solo nel 2024 si dovrebbero vedere crescite accettabili. In trasparenza va detto ai lavoratori che si dovranno gestire ancora 2 anni complicati.
La ripartenza, nel quadro sopra evidenziato, sarà tuttavia legata anche ad eventuali nuove commesse che potrebbero vedere la luce nel corso della fine di quest’anno e agli inizi del 2022, secondo quanto affermato dalla Direzione di Aerostrutture. In questa prospettiva rimane positiva la scelta di confermare tutti gli investimenti sui nuovi progetti di ammodernamento degli impianti produttivi, sia di processo che digitali, ma non determinanti se non entreranno nuove commesse. Ottimi scali anche più sicuri, senza aerei da costruire non daranno sicuramente prospettive certe alla Divisione Aerostrutture.
Viene inoltre confermata la scelta sul sito di Grottaglie di produrre nello stabilimento il futuro programma europeo del velivolo senza pilota MALE 2025.
Una scelta positiva che vede una prima sinergia tra civile e militare, alla luce delle difficoltà precedentemente evidenziate, che tuttavia vedrà i suoi effetti non prima del 2025.
Con le difficoltà presenti e nell’immediato futuro, l’Azienda ha anche fornito le presumibili giornate di vuoto lavoro per l’anno 2022 così determinate:
• Stabilimento di Pomigliano esclusivamente per il programma ATR da un minimo di 47 giornate ad un massimo di 99;
• Stabilimento di Grottaglie 106 giornate;
• Stabilimento di Foggia escluso il programma JSF 22 giornate;
• Stabilimento di Nola esclusa l’aerea montaggio e i programmi (B-767 e A-321) 47 giornate.
Come gestire tali insaturazioni sarà oggetto di un ulteriore confronto con il Coordinamento di Aerostrutture a partire dal 22 settembre prossimo, data già condivisa tra le Parti.
Tuttavia l’azienda ha prefigurato uno scenario che vede, la conferma dello strumento dei prestiti temporanei di lavoratori, presso i siti di altre Divisioni (attualmente sono 161 lavoratori provenienti dai 4 siti), una uscita volontaria dei lavoratori che raggiungeranno i requisiti pensionistici attraverso l’utilizzo dell’ART.4 della legge Fornero (accordo sottoscritto nella giornata di ieri) e l’apertura della cassa integrazione a partire da gennaio 2022.
Come Fiom-Cgil pensiamo che la discussione aperta debba tenere insieme l’intero perimetro dei lavoratori della Divisione Aerostrutture, serve tutelare chi uscirà ma contemporaneamente garantire prospettive economiche e produttive per chi resta. La prima considerazione è quella relativa al fatto che la riduzione occupazionale non dovrà incidere sulle professionalità attualmente presenti, e che gli attuali prestiti di lavoratori presso altri siti di Leonardo non dovranno inficiare le attività lavorative che oggi non vedono dissaturazioni.
E’ inoltre, indispensabile, usare la leva della formazione per non disperdere conoscenze e sapere intellettuale e manuale per agganciare la ripresa quando la stessa avverrà.
Un percorso così complesso e difficile, non può prescindere dal confronto costante tra le Parti, il quale non può essere circoscritto agli incontri nazionali, ma deve rappresentare una costante a livello di sito, in relazione al modello delle “Relazioni industriali” definito nell’integrativo di Gruppo, senza che lo stesso nella pratica rimanga solo sulla carta.
Pertanto alla ripresa delle attività lavorative al termine della pausa estiva, valuteremo la volontà dell’Azienda, a partire dall’incontro del 22 Settembre prossimo, nel voler concordare con il Sindacato la gestione delle dissaturazioni presenti per quanto concerne la parte economica e le iniziative da individuare al fine di gestire le situazioni più complesse.
Nella stessa sede sarà necessario comprendere se le dichiarazioni fatte nella giornata di ieri rispetto a nuove attività per il futuro avranno delle ricadute effettive sui siti che oggi manifestano le maggiori criticità.
Infine la sottoscrizione dell’accordo Art.4 Legge Fornero per l’uscita volontaria dei Lavoratori che raggiungeranno i requisiti pensionistici, prevede una permanenza massima in isopensione fino ad un massimo di 7 anni, nell’arco temporale di adesione fino a Dicembre 2023, all’interno dei quali l’Azienda continuerà a versare la contribuzione previdenziale.
A titolo d’incentivo, ai Lavoratori che raggiungeranno i requisiti pensionistici entro i 4 anni di isopensione, saranno riconosciute 2 mensilità di retribuzione, per coloro che rimarranno in isopensione fino a 6 anni, 3 mensilità di retribuzione, mentre per chi avrà un periodo di isopensione superiore e fino a 7 anni, 4 mensilità di retribuzione.
Fiom-Cgil nazionale
Roma, 22 Luglio 2021
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Fonte: fiom-cgil.it