Se a Trieste i lavoratori portuali annunciano un blocco senza sosta a partire dal 15 ottobre – da quando cioè il Green pass diverrà obbligatorio per tutti i lavoratori – a Genova, principale hub portuale italiano, non sembrano esserci questi problemi. Né negli altri porti italiani.
Lo riporta l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore che dedica ampio spazio a problemi del possesso del Green pass legati all’accesso nei luoghi di lavoro per chi non è vaccinato e per chi ha un vaccino non riconosciuto dall’Autorità europea del farmaco (EMA).
“Arrivando sulle banchine del primo porto italiano, cioè Genova, – si legge su ‘Il Sole’ – i terminalisti non si aspettano particolari problemi coi dipendenti (alcuni offriranno tamponi gratuiti) e dalla Compagnia unica (Culmvn), cioè i camalli che operano offrendo lavoro temporaneo, arrivano segnali rassicuranti. Tra l’altro, la storica Sala chiamata della Culmv, a San Benigno, ospita un hub vaccinale. La compagnia conta circa 1.070 lavoratori; 200 di questi, pari circa il 20%, non sono vaccinati. Ma dalle banchine della Lanterna non si profilano scioperi contro il green pass. A spiegarlo è Antonio Benvenuti, console dei camalli, che aggiunge: ‘Siamo a favore delle vaccinazioni ma ritengo che si debbano ascoltare anche quelli che vogliono fare il tampone. E i problemi organizzativi non mancano, perchè abbiamo bisogno di fare tamponi tre o quattro volte la settimana. Stiamo facendo una convenzione con due farmacie per poter offrire ai lavoratori a un costo calmierato. Abbiamo inoltre avuto rassicurazioni, dopo una riunione in prefettura, che chi ha il tampone negativo certificato può accedere al lavoro anche se non ha ancora il green pass; misura necessaria perchè passa poco dal momento della chiamata all’inizio del turno e non sembra il green pass arriva in tempi brevi”.
Dunque, stando a quanto si legge, nel porto ligure la situazione sempre essere sotto controllo e pare che abbia avuto un effetto positivo la ‘raccomandazione’ del Ministero dell’Interno che – per evitare di far salire la tensione e arrecare danni all’economia – ha suggerito ai datori di lavoro portuali di farsi carico del costo dei tamponi dei lavoratori No Vax. Raccomandazione sulla quale i sindacati hanno rilanciato chiedendo che valga per tutti i lavoratori della filiera dei trasporti.
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