Trattamento integrativo elevato a 120€: possibile anche sopra i 28mila€

Draghi

Con la Manovra approvata lo scorso 28 ottobre in Consiglio dei Ministri, con uno stanziamento di 8 miliardi il Governo si è impegnato a tagliare la componente fiscale sui redditi da lavoro e quindi ridurre il peso del fisco nel 2022 al 41,7% del PIL (dall’attuale 42,8% raggiunto nel 2020). Obiettivo è fare in modo che il netto in busta paga del dipendente sia più alto rispetto ad oggi in modo da spingere i consumi e rilanciare così la domanda interna.

Durante il percorso che la Manovra farà alle due Camere dovrà essere deciso lo strumento legislativo per arrivare al taglio fiscale. Una riforma strutturale che taglia le attuali aliquote crescenti con gli scaglioni di reddito (meno probabile al momento) o un nuovo bonus fiscale (in attesa di una riforma complessiva)?

Un trattamento integrativo ‘revisionato’, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, che potrebbe portare a 120 euro l’attuale Bonus fiscale di 100 euro (ex Bonus Renzi maggiorato di 20 euro) previsto per redditi fino a 28mila euro in quota fissa, e decrescente fino ai 40mila euro:

“Con gli otto miliardi della manovra è possibile alzare il bonus massimo da 100 a 120 euro, portandolo anche oltre l’attuale tetto dei 28mila euro di reddito, e allargare la platea del meccanismo con décalage, che oggi si ferma ai redditi da 40mila euro, applicando l’ulteriore detrazione fino a 55mila euro. Il vantaggio è quello della ricaduta immediatamente percepibile in busta paga“.

Dunque se venisse realizzata quella che il quotidiano economico descrive come qualcosa di più di una semplice ipotesi di lavoro il Trattamento integrativo (oggi destinato ai dipendenti ma anche i percettori NASpI e Disoccupazione Agricola) avrebbe queste caratteristiche:

  • aumento da 100 a 120 euro;
  • estensione anche sopra i 40 mila euro di reddito, con l’applicazione di un décalage, cioè una riduzione graduale fino ai 55mila euro.

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