In Italia davanti ad una situazione salariale praticamente stagnante, dove è assente una vera politica dei redditi, si discute da anni se la soluzione può essere una legge che fissi una soglia salariale minima a 9 euro per tutti i lavoratori. Al di là delle dichiarazioni spot il dibattito politico sul tema è sostanzialmente fermo.
Contrari buona parte del mondo imprenditoriale, salvo quei settori industriali dove la quota oraria salariale è già superiore ai 9 euro, i partiti del centro destra e una parte del PD. Ma anche dai sindacati non arrivano plausi alla proposta che è soprattutto del M5S.
Ma quali sono i settori maggiormente esposti ad un rialzo dei salari qualora vi fosse una legge? E di quanto salirebbero gli stipendi dei lavoratori? Prova a dare una risposta l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano in edicola:
“Se si adottasse la soglia dei 9 euro minimi come salario base, bisognerebbe
alzare gli stipendi al 29,7% dei lavoratori dipendenti italiani. Il contratto della vigilanza e dei servizi fiduciari è un caso estremo (rinnovo fermo al 2013 con salario poco sopra gli 800 euro mensili, ndr), ma tanti accordi prevedono minimi molto più bassi. Nel lavoro domestico, ad esempio, il 90% degli addetti (o meglio, delle addette) si colloca sotto i 9 euro. Il minimo retributivo per i non conviventi, infatti, ammonta a 4,83 euro orari, per i conviventi è di 664 euro mensili. Molto bassi anche i minimi nel settore agricolo. Per i florovivaisti è 6,71 euro l’ora; per gli operai agricoli 874 euro mensili. In agricoltura però esiste la pratica dei contratti provinciali che non possono prevedere minimi inferiori a quelli nazionali”.
Ma non è finita. “Nei trasporti e nella logistica – si legge ancora nel giornale diretto da Marco Travaglio – , il contratto delle imprese di noleggio autobus con conducente, prevede il minimo a 729 euro mentre quello della distribuzione Assopostale fissa 940 euro. Anche nel settore metalmeccanico, solitamente meno esposto al lavoro povero, ci sono accordi con paghe basse nelle imprese artigiane”.
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