Con un comunicato stampa, il Ministero del Lavoro fa sapere di aver pubblicato il rapporto “Le condizioni abitative dei migranti che lavorano nel settore agroalimentare“, redatto insieme ad ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani).
Il rapporto, pubblicato nell’ambito del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato 2020–2022, fa luce su una situazione che mette l’agricoltura al primo posto nella classifica dei settori economici con il più alto tasso di lavoro non regolare.
Lavoratori agricoli: la top 5 delle regioni con più migranti occupati
il Sud è l’area dove complessivamente si registra il più alto numero di Comuni che dichiara la presenza di lavoratori migranti occupati nel settore agroalimentare, sia stagionali che di lunga durata. Tuttavia è sbagliato ritenere che ci siano aree totalmente estranee al fenomeno: sono due regioni del Nord, infatti, quelle dove si riscontra il numero più alto di Comuni che dichiarano la presenze di braccianti agricoli stranieri.
Le 5 regioni che registrano il più alto numero di lavoratori migranti sia stagionali mobili/temporanei che stanziali/di lunga durata occupati nel settore agro-alimentare sono:
- Piemonte, con 43 lavoratori;
- Lombardia e Puglia, dove si contano 26 braccianti;
- Sicilia, in cui ne sono presenti 24;
- Campania, con 23 braccianti migranti.
Lavoratori agricoli abusivi: in quali regioni sono più diffusi?
Nonostante la Lombardia sia la seconda regione per presenze stabili e/o stagionali, questa non presenta insediamenti informali, diffusi invece in altre zone del Paese. Dall’indagine emerge che sono almeno 10mila i lavoratori agricoli migranti che vivono in insediamenti informali in Italia. Luoghi privi di servizi essenziali e di servizi per l’integrazione: case in muratura abbandonate, casolari o cascine dismessi sono le abitazioni abusive più diffuse, ma si contano anche tende, roulotte, container, baracche ed edifici occupati.
Le 3 regioni in cui si conta il maggior numero di abitazioni abusive occupate da migranti agricoli sono tutte nel Meridione: in testa alla classifica troviamo la Puglia, seguita dalla Sicilia e dalla Calabria. Seguono Campania, Piemonte, Lazio e Veneto. Negli insediamenti informali il 31,9% degli occupanti è di origine marocchina, mentre il 21,3% proviene da Bangladesh e Tunisia.
Puglia, Sicilia e Calabria sono anche le 3 regioni in cui (per la legge dei grandi numeri) si registra il più alto tasso di sfruttamento. Secondo uno studio realizzato dall’Osservatorio Placido Rizzotto, il fenomeno è comunque diffuso anche nelle regioni del Centro Nord.
Di recente Tuttolavoro24.it è stato selezionato dal nuovo servizio di Google, se vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime notizie seguici su Google News.
Resta connesso con noi. Unisciti alla nostra pagina Telegram cliccando qui. E’ gratis!
Non hai l’APP di Telegram? Scaricala gratuitamente cliccando qui.
Segui la nostra pagina Facebook facendo clic qui.
RIPRODUZIONE RISERVATA – La riproduzione, su qualsiasi supporto e in qualsiasi forma, dei contenuti del presente articolo in violazione delle norme sul diritto di autore sarà segnalata all’Agcom per la sua immediata rimozione [Delibera n. 680/13/CONS 12/12/2013].