HomeEvidenzaTassa Mancia Camerieri 5%: il Governo la spiega così (e non convince)

Tassa Mancia Camerieri 5%: il Governo la spiega così (e non convince)

Tassare le mance dei camerieri per favorire l’occupazione nel settore turistico-alberghiero, incentivare i pagamenti elettronici e combattere l’evasione fiscale.

Sarebbero questi i motivi principali alla base dell’inserimento nel DDL Bilancio della proposta di tassare al 5% le mance che i clienti possono volontariamente lasciare ai camerieri.

Li ha esposti lo stesso Governo nella relazione illustrativa allegata allo stesso DDL in calce all’articolo 14, nella quale si legge:

“La misura mira a rafforzare l’attrattività delle professioni a contatto con la clientela presso le imprese del comparto turistico-ricettivo e di quello della ristorazione e a rimediare alle difficoltà di reclutamento incontrate dai datori di lavoro nel settore, nonché a preservare e rilanciare il comparto turistico-alberghiero e della ristorazione, introducendo una misura volta ad assicurare un concreto strumento di contrasto alle difficoltà del settore, al fine di favorire la ripresa e la crescita del lavoro e del turismo in Italia, con misure funzionali all’incremento della produttività, della competitività e della redditività. In quest’ottica, si potenzia anche l’offerta turistica nazionale, garantendo un evidente sostegno economico ai lavoratori e una maggiore stabilità occupazionale del settore, già duramente colpito dagli effetti negativi della crisi da Covid-19, dai rincari delle materie prime e del costo dell’energia, introducendo specifiche misure che mirano, altresì, ad una concreta ottimizzazione del meccanismo di computo e prelievo fiscale a vantaggio di lavoratori e imprese. Infatti, si incentiva la clientela, compresa quella che paga attraverso mezzi di pagamento elettronici, a corrispondere la mancia, così contribuendo a rafforzare l’attrattività delle professioni del settore. […] In tal modo, si intende favorire altresì l’emersione dell’evasione fiscale connaturata all’uso di corrispondere la mancia in contanti al lavoratore, facilitando il pagamento delle mance per il servizio attraverso mezzi di pagamento elettronici al momento del pagamento del conto.”

Insomma, quello che il Governo vorrebbe innescare con la tassazione delle mance è un circolo virtuoso: favorire le mance anche tramite pagamento elettronico per combattere l’evasione fiscale e renderle sempre più diffuse. L’auspicio è che in questo modo il lavoro del cameriere diventi più attraente, incrementando l’occupazione nella ristorazione e, infine, rilanciando l’intero settore turistico.

Una spiegazione che appare almeno controversa, se si considera che lo stesso Governo intende innalzare il tetto all’utilizzo del contante da 1.000 a 5.000 euro e permettere ai commercianti di rifiutare pagamenti elettronici sotto i 60 euro. Due provvedimenti, questi, che non sembrano voler scoraggiare l’evasione fiscale….

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