Part-time verticale penalizza la pensione? Dal 1° gennaio non più: i dettagli

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Dopo anni di rivendicazioni sindacali attraverso mobilitazioni e ricorsi contro l’Inps, ma anche un dialogo costante con il Ministero del Lavoro, per aver riconosciuti i contributi per l’intero anno e quindi il diritto di equiparazione contributiva con il resto dei lavoratori, dal 1° gennaio 2021 i lavoratori in part-time verticale potranno contare su una tutela previdenziale piena.

Come sottolinea il sindacato USB in una nota stampa di apprezzamento si tratta per lo più di “lavoratori delle produzioni industriali, gli addetti ai servizi scolastici per l’integrazione degli alunni disabili, i lavoratori delle mense e delle pulizie, i lavoratori addetti al controllo e gestione di eventi e quartieri fieristici“.

La novità infatti arriva con l’approvazione della Legge di bilancio pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2020. Il comma 350 della Manovra stabilisce che dal 1° gennaio 2021 “nel contratto di lavoro a tempo parziale di tipo verticale e ciclico anche le settimane non interessate da attività lavorativa sono da includere nel computo dell’anzianità utile ai fini del diritto al trattamento pensionistico”. 

Quindi – conclude la nota sindacale “a fronte di 40 anni di lavoro verranno riconosciuti 40 anni di contributi e non più 30 come era fino ad oggi”.

Sulle modalità tecniche di riconoscimento dei contributi occorre tuttavia attendere le indicazioni che Inps fornirà con una circolare.

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