Dopo le critiche mosse dal quotidiano la Repubbica rivolte al sistema Inps di pagamento della cassa integrazione arriva la replica dell’Istituto guidato dal prof. Pasquale Tridico (in foto).
Numeri privi di fondamento, scrive Inps, che in una nota stampa precisa che alla data del 25 gennaio 2021 “le domande respinte sono 271mila e quelle in lavorazione 88mila, di cui 60mila (quasi il 70%) sono state presentate tra dicembre e gennaio. Nell’ultimo trimestre del 2020, in particolare da novembre, si è nuovamente intensificato l’afflusso di domande di autorizzazione e di pagamento”. Valori lontani da quelli fatti circolare ieri dal quotidiano romano che parlava di più di 200 mila domande giacenti per un totale di 1,2 milioni di lavoratori in attesa di pagamenti.
L’Inps – per la prima volta – precisa pure quale è la tempistica necessaria a completare ogni pratica:
“è fondamentale tener conto che la gestione delle domande e dei pagamenti della cassa integrazione guadagni richiede normalmente in media 8-10 settimane di lavorazione, dovute ad una prima fase, in cui l’azienda fa domanda di accesso alle varie forme di CIG rispetto ai decreti che l’autorizzano e, dopo i controlli che ne verificano il diritto e per ogni singola azienda, INPS approva; e ad una seconda, per attendere dall’azienda la dichiarazione delle effettive ore non lavorate per ciascun lavoratore nel mese e procedere, se la comunicazione è corretta nei suoi riferimenti, ai pagamenti al lavoratore”.
L’Istituto a questo punto cerca anche di chiarire con un esempio concreto:
“se il periodo di CIG COVID autorizzata dai decreti del governo è, a titolo di esempio, per il periodo novembre-dicembre, i pagamenti non possono arrivare ai lavoratori prima di febbraio-marzo”.
L’Inps infine ricorda che è anche la situazione di emergenza a complicare tutto:
“la straordinaria mole di domande elaborate e la varietà di tipologie di decreti e di categorie di fondi cui le domande devono essere correttamente attribuite, possono generare situazioni critiche”.
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