Dopo la dichiarazioni di alcuni giorni fa del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, da Viale dell’Astronomia passano dalle parole ai fatti. E così in data 24 agosto 2021 scrivono ai sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil per chiedere un rapido incontro (già il 6 settembre) per affrontare vari temi, tra i quali: “obbligo vaccinale e utilizzo del cosiddetto Green Pass nei luoghi di lavoro”.
La linea di Confindustria è chiara: per far ripartire le aziende in totale sicurezza occorre che tutti gli attori facciano la loro parte, a partire dai sindacati. L’invito che sarà rivolto alla ‘triplice’ sarà di firmare un accordo con cui si creino le condizioni per spingere i lavoratori NoVax ad aderire al piano vaccinale. Non un vero e proprio accordo che spinga verso l’obbligo vaccinale, anche perchè – al di là delle voci e falsa informazione che circola – il sindacato non potrebbe mai firmare un accordo con cui assume un impegno di questo tipo (che attiene alla salute, e dunque alla sfera personale) in nome dei lavoratori che rappresenta. Figurarsi poi dei lavoratori che non rappresenta.
Non a casa il sindacato da giorni sottolinea che su questa ‘partita’ occorre un intervento legislativo (da ultimo le dichiarazioni di Maurizio Landini Segretario generale Cgil su Il Fatto Quotidiano in edicola oggi).
Da Confindustria inoltre sono interessati a trovare col sindacato strumenti per una migliore gestione, sul piano organizzativo, delle situazioni più critiche, come ad esempio la ‘convivenza’ tra lavoratori vaccinati e non vaccinati nello stesso reparto ecc.
Senza dimenticare ciò che sta accadendo nelle mense aziendali nelle quali, secondo un’interpretazione di Palazzo Chigi, è obbligatorio il Green pass: con il sindacato che chiede di riconoscere pari diritti ai lavoratori, tra cui il diritto al tampone gratuito per i lavoratori NoVax per poter entrare nei refettori insieme ai colleghi vaccinati (clicca qui).
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