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Reddito di Cittadinanza 2022, domanda respinta dopo 18/36 mesi: ecco cosa fare subito

L’esito delle lavorazioni del Reddito di Cittadinanza (uscito lo scorso lunedì 13 giugno) ha riguardato una varia platea di percettori: non solo coloro in attesa della prima mensilità in assoluto, ma anche quelli che hanno presentato domanda di rinnovo dopo i 18 o i 36 mesi. Ore di fibrillazione e apprensione quelle che precedono la pubblicazione dell’esito, visto che da questo dipende il pagamento del sussidio per il prossimo anno e mezzo.

Apprensione che in alcuni casi si è rivelata giustificata. Se coloro la cui domanda risulta “acquisita” fanno bene ad aspettare di conoscere l’esito prima di procedere con mosse avventate, c’è chi già l’esito lo conosce e, ahimè, non è positivo. Non sono pochi infatti i percettori che hanno visto respinta la domanda, con motivazioni non sempre comprensibili: TuttoLavoro24.it ne ha elencate alcune segnalateci dai nostri lettori. Ragioni frutto anche di errori in fase di compilazione della domanda che hanno dato seguito ad una improcedibilità da parte di Inps.

Come muoversi in questo caso? Cosa fare se la domanda di reddito di cittadinanza viene respinta dall’INPS? Indicazioni in merito arrivano direttamente dalla nostra guida, che spiega bene come comportarsi in questa amara situazione.

RdC giugno 2022, INPS respinge la domanda: il primo passo

Per tutelare i propri diritti nel caso in cui la sua domanda per il RdC venga respinta dall’INPS o qualora venga liquidato un importo errato, il percettore può agire in diversi modi. La prima cosa da fare è prendere un appuntamento con il funzionario dell’INPS che ha gestito la pratica, così da capire i motivi che hanno impedito l’accoglimento della sua domanda.

Una volta messo al corrente delle motivazioni, il cittadino potrà percorrere due strade, tra loro alternative: potrà scegliere se presentare istanza di riesame oppure presentare ricorso al Comitato provinciale INPS.

Come indicato nella nostra guida, sia il riesame che il ricorso potranno essere presentati in carta semplice e inviati, tramite pec, direttamente dall’interessato, il quale può tuttavia avvalersi anche dell’assistenza di un patronato oppure di un legale di fiducia o di altro professionista abilitato che predisporrà il riesame o il ricorso per conto del disoccupato.

Ma quale strada è preferibile intraprendere? Vediamolo.

RdC giugno 2022, INPS respinge la domanda: riesame o ricorso?

Solitamente il riesame viene presentato qualora la domanda sia stata respinta per mancanza di dati o documenti essenziali. In tal caso sarà sufficiente allegare all’istanza di riesame i dati o i documenti omessi. Le domande di riesame sono esaminate dall’Istituto di previdenza in tempi di solito celeri ed è per questo che molte volte tale strumento è preferito rispetto al ricorso al Comitato INPS.

Ricorso che invece è da preferire qualora la domanda sia stata respinta per mancanza dei requisiti richiesti dalla legge per l’erogazione del beneficio e nel caso in cui l’istante, contrariamente a quanto ritenuto dall’INPS, ritenga invece di possedere i requisiti necessari per fruire di detta prestazione. Procedendo con il ricorso, quindi, si intende dimostrare che il rigetto della domanda è dipeso da un errore dell’Inps nella valutazione dei suoi dati lavorativi o personali, o anche dal possesso da parte dell’Istituto di informazioni non aggiornate. In questo caso l’istante può allegare al ricorso tutta la documentazione utile a sostegno del proprio diritto di fruizione del sussidio.

Il ricorso al Comitato Provinciale INPS dovrà essere presentato, direttamente dall’interessato, entro il termine di 90 giorni dal rigetto della domanda di Reddito di Cittadinanza esclusivamente in modalità telematica. Il Comitato Provinciale INPS a cui è stato assegnato tale ricorso sarà tenuto a pronunciarsi entro 90 giorni dal ricevimento dello stesso.

È utile rammentare che il ricorso amministrativo costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale. Ciò significa che se non viene presentato il ricorso amministrativo il cittadino non potrà rivolgersi all’autorità giudiziaria al fine di ottenere la tutela giurisdizionale. Infatti solo con il rigetto del ricorso amministrativo (o dopo che sia decorso inutilmente il termine di novanta giorni senza che l’istituto abbia comunicato una sua decisione) l’istante potrà presentare ricorso al Giudice del Lavoro presso il Tribunale competente per territorio.

Per maggiori dettagli e approfondire tutto ciò che concerne il Reddito di Cittadinanza vi invitiamo a consultare gratuitamente la nostra GUIDA dedicata.

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