Il termine per la presentazione delle domande di Bonus 2.400 euro previsto dal Decreto Sostegni (il primo) è in scadenza al prossimo 31 maggio, per i seguenti lavoratori:
- stagionali e somministrati dei settori del turismo e degli stabilimenti termali;
- stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali;
- intermittenti;
- autonomi occasionali;
- incaricati di vendita a domicilio;
- subordinati a tempo determinato dei settori del turismo e degli stabilimenti termali;
- lavoratori dello spettacolo.
Nel frattempo Inps sta comunicando via via, in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande, i primi esiti relativi alle domande pervenute. L’Istituto ne ha dato notizia anche attraverso i canali social. L’attività proseguirà anche nei prossimi giorni.
Tuttavia è assai possibile che nonostante la domanda sia stata inviata correttamente gli utenti non abbiano ancora ricevuto risposta, e conseguentemente vedono lontano l’accredito dei 2.400 euro.
A seguire proviamo a offrire delle indicazioni utili per gli utenti che si trovano in questa situazione.
Bonus 2.400 euro, da cosa potrebbe dipendere il ritardo
Il silenzio Inps potrebbe essere dovuto a diverse ragioni, ma certamente due sono quelle più frequenti:
- la domanda è ancora in lavorazione da parte dei funzionari delle sedi territoriali;
- la domanda non è stata accolta per assenza di requisiti stabiliti dal decreto Sostegni.
I motivi per cui Inps non accoglie la domanda spesso sono la non cumulabilità con altri sussidi quali:
- il bonus per i lavoratori dello Sport erogato da “Sport e salute”;
- il bonus per professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria;
- il Reddito di emergenza anche se fruito precedentemente da altri componenti il nucleo familiare;
- il Reddito di emergenza come proroga Naspi;
- la Naspi nel caso degli stagionali e dei somministrati del turismo e degli stabilimenti termali.
Riguardo al Reddito di Cittadinanza invece, ferma restando la non cumulabilità, è possibile la sola integrazione a concorrenza dell’importo di 2.400 euro.
E poi c’è il problema dell’errata indicazione dei dati che riguardano il contratto di lavoro e del datore di lavoro. C’è chi infatti dichiara di aver avuto un contratto stagionale invece aveva un semplice contratto a tempo determinato, caso molto frequente, oppure chi dichiara di aver avuto un contratto a termine con un’azienda che ha il Codice Ateco del Turismo quando invece non è così.
Bonus 2.400 euro: come comportarsi in caso di ritardo
Chiunque non abbia ricevuto ancora l’indennità Covid 2.400 euro, può comunque verificare lo stato di lavorazione e/o l’esito della propria istanza.
Innanzitutto per sapere se la domanda relativa al bonus Covid del Decreto Sostegni è ancora in fase di elaborazione o, al contrario, se non è stata accolta, l’utente può accedere alla sezione personale del portale “MyInps” attraverso PIN o SPID.
Se la domanda non è stata accolta occorre individuare il motivo anche aiutandosi con il Contact Center Inps.
Bonus 2.400 euro: come fare ricorso Inps
In ogni caso Inps dà una spiegazione della reiezione ed è sempre possibile proporre un’istanza di riesame che permetta all’Inps di verificare le risultanze dei controlli automatici e il rispetto dei requisiti di appartenenza a ciascuna categoria, aspetto quest’ultimo molto importante.
L’istanza dovrà essere trasmessa entro 20 giorni dal momento della pubblicazione del messaggio (ovvero dalla conoscenza della reiezione, se successiva alla pubblicazione), attraverso la sezione “Esiti” dello stesso servizio attraverso cui è stata presentata la domanda.
La funzionalità provvede ad esporre i motivi di reiezione e consente di allegare i documenti richiesti per il riesame. Trascorsi i 20 giorni, qualora l’interessato non abbia prodotto la documentazione necessaria, la domanda deve intendersi definitivamente respinta.
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