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Turismo e Spettacoli, è ancora crisi? Lavoratori, famiglie e partite Iva devono aspettarsi da Draghi nuovi Bonus Covid?

Nonostante la lenta ripresa economica che sta interessando il nostro Paese (il Governo stima un PIL al 6,1%), alcuni settori sono ancora in ginocchio a causa della crisi pandemica. Si tratta soprattutto delle aziende turistiche – alberghi, ristoranti, centri benessere, agenzie di viaggio e tour operator –, ma anche del settore dello spettacolo e svago, quindi cinema, teatri, e soprattutto discoteche, che dopo un’estate di parziali riaperture si trovano a dover fronteggiare una stagione autunnale ed invernale ancora ricca di incognite.

Turismo, finita la crisi?

Che le cose non vadano bene per tutti, si sa. La conferma arriva anche dalle notizie che circolano sul web riguardo la crisi di questi settori. Con riferimento specifico al turismo, chi sta soffrendo di più sono soprattutto le agenzie di viaggio e i tour operator. Come riporta il giornale di economia e finanza Ilsussidiario.net che mette in risalto, in questo momento in particolare la debolezza delle “città d’arte, ancora nella lunga crisi d’astinenza del turista extra Ue“.

Senza trascurare l’agonia che attraversando “le aziende che fanno capo al turismo organizzato, ossia le agenzie di viaggio e i tour operator, tutte attività di fatto paralizzate dalla chiusura delle frontiere e dai divieti ai viaggi per turismo oltre i confini europei (sono ancora consentiti solo quelli per motivi di lavoro o di ricongiungimento familiare), divieti che non sono stati adottati in altri Paesi europei“.

Anche i centri benessere e gli stabilimenti termali hanno sofferto molto, alcuni sono proprio rimasti chiusi per la mancanza di un corretto sistema di aerazione e sanificazione degli ambienti. Si spera di rivedere un leggero miglioramento con il Bonus 200 euro terme, ma la situazione resta preoccupante.

Spettacolo, finita la crisi?

Per quanto riguarda il settore dello spettacolo, una buona notizia è arrivata pochi giorni fa riguardo la riapertura delle discoteche al 50% (al chiuso, 75% all’aperto) in zona bianca, rimaste chiuse ancora una volta per tutta l’estate. Lo stesso vale in zona bianca per i cinema e teatri che possono aprire al pubblico al 100% della capienza consentita per legge sia all’aperto che al chiuso, mentre in zona gialla la capienza è solo al 50%. Resta inteso che è possibile accedere a questi eventi solo se muniti di green pass.

Anche qui, però, si continuano a registrare chiusure e situazioni drammatiche. Un esempio viene riportato da un articolo del quotidiano Metropolitan Magazine Roma che lamenta le restrizioni adottate per contenere il contagio e riporta degli esempi proprio legati alla Capitale. «Noi siamo riaperti dal 26 aprile, ma non è una ripartenza, abbiamo semplicemente aperto le porte. La gente non si è vista, sia perché mancavano prodotti appetibili, ma anche perché si sono abituati ai film a casa» e ancora «abbiamo una perdita di spettatori del 60%. E un’azienda che perde oltre la metà del fatturato non resiste a lungo»“ dichiara il presidente dell’Anec Lazio Leandro Pesci. Oltre che l’abitudine di vedere i film a casa, la riduzione degli spettatori è dovuta ultimamente anche all’obbligo di green pass, non tutti i non vaccinati sono disposti infatti a sottoporsi a tampone per andare al cinema o a teatro.

Se la situazione è così grave nei grandi centri urbani può solo che peggiorare nelle piccole cittadine. Un esempio lo riporta il giornale Quotidiano di Puglia che riferendosi alla città di Gallipoli (LE) scrive “cinema Teatro Italia, chiuso. Cinema Teatro Schipa, chiuso. E Gallipoli resta senza teatri. Non si alzerà il sipario e non si accenderanno i riflettori sui Cinema Teatri Riuniti di Gallipoli, che rimangono spenti e muti anche ora, proprio nel giorno in cui cinema e teatri possono riempire tutti i posti a sedere e tornare al cento per cento della capienza. L’innegabile crisi del cinema prima e quella economica innescata dalla pandemia dopo, hanno dato il colpo di grazia a tante strutture, e tra queste anche ai due cinema di Gallipoli“.

Nuovi Bonus Covid per i lavoratori stagionali e dello spettacolo?

Considerato quindi lo stato precario e di incertezza in cui si trovano questi settori sorge spontaneo chiedersi, anche alla luce delle rivelazioni di qualche giorno fa, se ci sarà un nuovo Bonus covid ancora una volta per i lavoratori stagionali del turismo, stabilimenti termali e dello spettacolo. Sul punto sappiamo che non c’è ancora una risposta chiara e definitiva da parte del Governo Draghi, ma sicuramente sia ad una vigilia importante: i documenti di Bilancio ci diranno molte cose, nei prossimi giorni, su come intende muoversi il Governo sulla “politica degli aiuti Covid”.

Sappiamo che la Nadef – nota di aggiornamento al DEF – indica che il Governo con i due decreti Sostegni ha stanziato complessivamente quasi tre miliardi di euro per erogare bonus destinati alle categorie più colpite dalla crisi, appunto settore turistico e spettacolo, ma anche settore sportivo e agricolo. Ricordiamo infatti che durante il 2021 sono stati finora erogati i bonus 2400 euro e 1600 euro per lavoratori stagionali e il bonus 800 euro per i braccianti agricoli.

Tuttavia questi aiuti non sono stati sufficienti a sostenere il reddito delle categorie più colpite dalla crisi, né per dargli un slancio per il futuro. E allora se è vero quanto sostiene il Centro Studi Confindustria, che la vera crescita dell’economia italiana ci sarà “nel corso del 2022 a un ritmo intorno al +0,7% in media a trimestre, comunque molto più del +0,3% a trimestre registrato nel periodo 2015-2018″ [fonte: Innovation Post], non sarebbe il caso di prolungare gli aiuti per i lavoratori ma anche le imprese, magari restringendo il campo dei requisiti di accesso?

In altri termini se la vera ripartenza economica ci sarà da inizio del prossimo anno, sarebbe opportuno che il Governo mettesse in campo almeno fino a dicembre ulteriori aiuti per sostenere queste categorie “precarie” in questa fase ancora emergenziale con una nuova iniezione di Bonus, Reddito di emergenza e Fondo perduto.

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