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Covid, aziende costrette a licenziare? “No, vi spiego cos’altro si può fare”. Parla Landini

Sono passati appena due giorni dall’approvazione del Decreto Sostegni, ma si continua a parlare della norma sul blocco dei licenziamenti. In particolare di quella che si applica ad imprese industriali e dell’edilizia che ferma il divieto al 30 giugno aprendo, a partire dal 1° luglio, ad uno scenario incerto, potenzialmente caratterizzato dalla “corsa ai licenziamenti” in particolare per quelle imprese che continua a gestire con sofferenza questo periodo di crisi.

Che ci sarà una vera e propria corsa ai licenziamenti, però, non è detto. E in ogni caso le aziende che intendono ristrutturarsi per tornare ad essere competitive sui mercati hanno un altra strada.

Lo evidenzia il Segretario Generale Cgil Maurizio Landini in un’intervista al quotidiano la Repubblica in edicola oggi.

Quanti sarebbero, secondo lei, i licenziamenti potenziali?”, chiede il giornalista Roberto Mania.

Ecco la risposta di Landini:

So che anche la Banca d’Italia, non il sindacato, ha riconosciuto che il blocco ha salvato almeno 6/700mila posti di lavoro. Le aziende possono ristrutturarsi, se serve, anche senza ricorrere ai licenziamenti. Ci sono strumenti alternativi, la cassa integrazione ordinaria, i contratti di solidarietà, quelli di espansione. Queste soluzioni andrebbero incentivate e rese prioritarie”.

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