HomeEvidenzaPensioni, Il Sole 24 Ore: ritorno alla legge Fornero sempre più probabile

Pensioni, Il Sole 24 Ore: ritorno alla legge Fornero sempre più probabile

Ancora nessuna novità sul “dopo” Quota 100. C’è ancora attesa per l’apertura del tavolo tra le parti sociali e il ministro del Lavoro Andrea Orlando per un confronto sulle pensioni, ma per il momento la questione rimane in stand-by, nonostante il pressing della maggioranza leghista.

Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, sembra sempre più probabile – dopo la sperimentazione triennale di pensionamento anticipato a 62 anni con 38 di contributi voluta dal Governo M5S-Lega – un ritorno integrale alla legge Fornero, con la sola possibilità di “percorsi agevolati per i lavoratori impegnati in attività usuranti e gravose.

In particolare, secondo il quotidiano economico e finanziario, le richieste nel segno della “flessibilità” e “uscite anticipate” di sindacati e partiti si scontrerebbero con le previsioni del Def sulla corsa alla spesa:

A non attrarre troppo i tecnici di via XX settembre sono anzitutto i costi delle opzioni abbozzate: dalla possibilità di uscita al raggiungimento dei 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, che peserebbe per diversi miliardi l’anno sui conti pubblici, fino ai pensionamenti con 62 anni e un collegamento non troppo stretto al metodo contributivo, su cui spingono i sindacati. Nel Def presentato ad aprile dal governo Draghi si sottolinea, del resto, che, anche senza nuove “deroghe” alla legge Fornero, la spesa previdenziale ricomincerà a correre già dal 2026 fino a raggiungere un picco di spesa del 17,4% sul Pil dieci anni più tardi (nel 2036)“.

Anche Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, è titubante per le stesse ragioni. Inoltre, a rendere meno probabile l’attivazione a inizio 2022 di meccanismi di pensionamento flessibili è anche la posizione di Bruxelles, ma questo è assai noto.

Per il momento, dunque, il Ministero dell’Economia sembrerebbe più propenso ad un ritorno totale alla legge Fornero, con l’eccezione di pensionamento anticipato per chi è impegnato in lavori gravosi, il prolungamento di strumenti come Opzione Donna e l’Ape sociale ed il rafforzamento dell’uso dei contratti di espansione, strumenti considerati meno impegnativi rispetto ad un sistema pensionistico più slegato dalla contribuzione.

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