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Pensioni 2023: “ok alla proroga di Quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale”

Pensioni, ci sarà una proroga per Quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale. Sembra essere questa una concreta possibilità di uscita, per il Governo Meloni, che dovrà con la legge di Bilancio 2023 spostare ancora in avanti gli effetti della Legge Fornero. In alternativa dal 1° gennaio 2023 scatterà lo scalone che spingerà tutti i lavoratori ad andare in pensione a partire da 67 anni.

Lo scrive il quotidiano Il Messaggero che da per ”buono” il rinnovo di questa triade di provvedimenti:

“Nell’immediato si parte dal «rinnovo delle misure in scadenza a fine anno». Che sono essenzialmente tre: la cosiddetta Quota 102 escogitata dal precedente esecutivo con validità annuale, Opzione Donna e l’Ape sociale. Con la prima misura sarà confermata la possibilità di lasciare il lavoro con 64 anni di età e 38 di contributi: un canale che verosimilmente anche quest’anno potrà essere sfruttato da un numero limitato di persone, visto che il bacino potenziale si sovrappone a quello di coloro che avendo raggiunto i 62 anni nel 2021 avrebbero potuto ancora usare Quota 100. Opzione donna, di cui Fratelli d’Italia aveva esplicitamente indicato la proroga nel proprio programma elettorale, riguarda invece le lavoratrici con 58 anni di età (59 se autonome) e 35 di contributi: anche nel 2023 potranno maturare il diritto ad andare in pensione accettando un calcolo dell’assegno interamente contributivo, che può portare ad una decurtazione anche significativa dell’assegno. L’uscita effettiva però avviene con un anno di ritardo (uno a mezzo per le autonome) per via dell’applicazione del meccanismo delle finestre. Il terzo provvedimento che sulla carte scade alla fine di questo anno è l’anticipo noto come Ape sociale. Non si tratta in questo caso di un vero e proprio pensionamento, ma di un trattamento-ponte riconosciuto – in vista della pensione effettiva – a lavoratori e lavoratrici di almeno 63 anni che fanno parte di determinate categorie: disoccupati di lungo corso, persone disabili o impegnate nella cura di disabili, persone che svolgono attività particolarmente faticose, specificate dalle legge (dai servizi di pulizia all’insegnamento nella scuola primaria e pre-primaria). Nell’ultimo caso il requisito contributivo è di 36 anni, nei precedenti di 30”.

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