La Corte di Giustizia europea ha stabilito in merito ad una causa contro l’Inps portata avanti dall’Asgi – associazione italiana dei giuristi dell’immigrazione – che anche gli extracomunitari presenti regolarmente in Italia con un permesso di soggiorno di breve durata hanno diritto al bonus bebè e all’assegno di maternità.
Va precisato che per il momento, quanto stabilito dalla Corte europea ha valore solamente nell’ambito della causa, ma è molto probabile che a breve venga emanata una norma per applicare il principio a livello generale.
Il Messaggero in edicola oggi ha riportato le motivazioni che hanno spinto i giudici della Corte di Giustizia europea ad esprimersi a favore dei cittadini provenienti da Paesi terzi, ai quali l’Inps aveva respinto le domande per ottenere i sussidi:
“[…] i giudici della Corte europea hanno stabilito che tutti i cittadini di Paesi terzi titolari di un permesso unico di lavoro in Italia <hanno il diritto di beneficiare di un assegno di natalità e di un assegno di maternità>, bocciando quindi il requisito del permesso di soggiorno di lungo periodo. L’esclusione è illegittima perché in contrasto con l’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione e con la direttiva 2011/98 che riconosce il diritto alla sicurezza sociale a tutti gli stranieri con un permesso di soggiorno regolare anche di breve durata“.
Si tratta di una sentenza importante, destinata ad allargare la platea dei beneficiari del bonus di natalità e dell’assegno di maternità, in quanto fino ad ora l’Inps riconosceva tali sussidi solamente agli extracomunitari regolari soggiornanti in Italia da almeno 5 anni, dunque di lunga permanenza.
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